Apple Music è una delle grandi novità presentata alla WWDC 2015, conferenza che ha registrato la nascita di iOS 9, di OS X El Capitan e di numerosi servizi relativi all’ecosistema Apple.
Il nuovo servizio di streaming musicale dispone di una radio, trasmessa negli USA, dell’intero archivio di iTunes e dellla collaborazione di numerosi artisti, consapevoli delle potenzialità di Apple Music e forti del successo conseguito con le vendite su iTunes Store.
Un altro vantaggio è sicuramente la possibilità di provare il servizio per tre mesi, senza alcun impegno, circostanza senz’altro positiva per gli utenti, ma che danneggia numerose etichette discografiche che, di fatto, non guadagnerebbero nulla fino al primo pagamento.
Nei giorni scorsi il problema è stato sollevato da Taylor Swift, famosa cantante statunitense che, dopo aver comunicato la propria decisione di togliere il suo album 1989 dal catalogo, aggiunge:
Sono sicura che lo sapete. Quello che forse ignorate è che Apple non pagherà i diritti per il periodo gratuito. Tre mesi senza retribuzione sono un periodo molto lungo ed è ingiusto chiedere a chiunque di lavorare senza ricevere niente in cambio.
Apple non risponde con il silenzio, ma decidendo di cambiare i termini del servizio, concedendo il pagamento delle royalty del periodo di prova a tutti gli artisti. Lo conferma lo stesso Eddy Cue, con un tweet condiviso poche ore dopo la lettera di Taylor Swift.
#AppleMusic will pay artist for streaming, even during customer’s free trial period
— Eddy Cue (@cue) 22 Giugno 2015
Si tratta di una decisione molto interessante che ci fa comprendere quanto contino gli artisti per Apple, e che non puo che incrementarne l’immagine. Basta infatti considerare la disponibilità continua dei brani, a differenza di servizi concorrenti come Spotify o Pandora, dove la musica disponibile è limitata dagli accordi con le etichette discografiche.