Fra pochi mesi le password emoji

Un boccale di birra, un hamburger, delle patatine fritte, una tazzina di caffè: questo non sarà il mio pranzo di oggi, ma potrebbe essere il mio prossimo codice pin.

emoji password avrmagazine

Tutto ciò è dovuto a un nuovo sistema di sicurezza, appena presentato da Intelligent Environments, che sostituisce le tradizionali quattro cifre del codice identificativo personale (PIN) con una sequenza di simboli.

L’azienda britannica a cui si deve la brillante invenzione sostiene che le sua tecnologia emoji di sicurezza sia molto più facile da ricordare, garantisca una maggiore sicurezza e, questione fondamentale, sia molto più divertente da usare rispetto ai numeri.

Un sondaggio condotto dalla stessa compagnia ha dimostrato che circa un terzo delle persone intervistate aveva dimenticato almeno una volta il proprio codice pin e che il sessantaquattro per cento dei membri della cosiddetta generazione Y, nati fra gli anni ottanta dello scorso secolo e l’inizio del millennio, comunica regolarmente impiegando soltanto emoji.

 

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Associare queste due premesse non poteva che portare ad un’unica, logica soluzione: l’utilizzo di emoji permette di operare una scelta fra 44 simboli diversi che generano  3.498.308 permutazioni, rispetto alle 7.290 delle 4 cifre associate non ripetute, rendendo i codici emoji più sicuri di 480 volte in  confronto al sistema attuale.

“Le password si dimenticano perché il cervello non funziona digitalmente, né tantomeno verbalmente. Esso funziona per immagini…”, ha confermato il memoriologo Tony Buzan, “…che sono il modo più efficace per ricordare tutto quello che è necessario.”

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Intelligent Environments sta attualmente prendendo accordi con alcune banche per iniziare a diffondere la tecnologia entro i prossimi dodici mesi. Un esperto di cybersicurezza, il professor Alan Woodward, ha pubbicamente lodato il sistema, affermando che gli hacker saranno costretti a utilizzare un numero molto più alto di cicli per infrangere il codice, aggiungendo anche che consigliava di mantenere le cifre, in una specie di autentificazione a due fattori.

Gli esperti che stanno lavorando sulla nuova tecnologia raccomandano di costruire una storia per ricordarsi la sequenza. vediamo come potrei ricordarmi la emoji password che ho evocato qualche riga sopra.

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Entro in un’hamburgheria slow food, di quelle che piacciono a me: con i prodotti a chilometro zero e il servizio al tavolo.

Mi siedo e ordino un hamburger di scottona di fassone, una birra non pastorizzata della Val di Susa, delle patate di montagna fritte e, per finire, una bella tazzina di caffè equo e solidale, macchiato caldo.

Attenzione, però, non è l’ordine corretto: infatti, prima che mi sia portato da mangiare, mi viene servita una buona birra fresca e poi, dopo qualche minuto, mi vengono portati hamburger e patate. Alla fine arriva il caffè macchiato bollente: è questa la giusta sequenza.