Apple Music avrà uno streaming di qualità?

Apple Music esordirà fra meno di un mese. Durante e dopo il keynote si è parlato molto dei servizi attorno alla musica, ma si sono spese poche o punte parole per parlare della qualità dello streaming musicale di Apple Music.

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Eppure si tratta di una questione di cui, non diciamo agli audiofili che aborriscono dall’idea stessa di streaming, almeno agli appassionati un poco dovrebbe importare.

Diciamo subito che Apple Music non è lossless: perché, innanzitutto, se lo fosse Apple se ne starebbe vantando da due giorni a questa parte e poi perché non si può lanciare a livello planetario un servizio di quella portata in così poco tempo e, soprattutto,  senza le adeguate infrastrutture.

Un file audio senza perdita occupa cinque o sei volte lo spazio di un file lossy, anche impiegando un ottimo codec. Sarebbe un’impresa insuperabile associare i volumi di utenza auspicati da Apple con lo spazio di banda necessario per diffondere uno streaming lossless.

Allora, però, quale sarà la qualità dello streaming di Apple Music? Innanzitutto bisognerebbe guardare direttamente in casa Apple, ossia iTunes, e poi anche nella dépendance, ossia Beats Audio.

iTunes impiega il formato AAC a 256 kbps. Questo è quello che Cupertino ha “su file” al momento. Tuttavia mandare in streaming 30 milioni di pezzi o gestire gli archivi molto più contenuti di iTunes Match non è esattamente la stessa cosa e quindi forse sarebbe meglio vedere quello che fa Beats Music.

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Il produttore di cuffie offre streaming e download in MP3 a 320 kbps, un formato obsoleto e qualitativamente leggermente meno performante dell’AAC a 256 kbps di iTunes, mentre, per i dispositivi mobili, usa di default il formato HE-AAC a 64 kbps.

Se Apple usasse quest’ultima soluzione, e potrebbe essere molto probabile dal momento che anche iTunes usa l’AAC, allora non sarebbe un’ottima notizia per gli appassionati.

L’HE-AAC è un formato incredibilmente efficiente e suona infinitamente meglio di un MP3 a 64 kbps, ma di certo non è paragonabile al formato Ogg Vorbis a 320 kbps di Spotify Premium, e forse neanche a quello Freemium a 160 kbps.

L’HE-AAC taglia le frequenze estreme dello spettro acustico, in particolare quelle più alte, che sono praticamente inaudibili.

La versione più recente, la 2HE-AAC usa il sistema stereofonico parametrico, che trasforma la pista stereo in un flusso monofonico aggiungendo alcune informazioni che fanno sì che l’effetto stereofonico sia ripristinato prima di giungere all’orecchio umano.

La risposta definitiva, comunque, arriverà alla fine di giugno. Staremo ad ascoltare.